Una Nuova Scoperta sulle Cause dell’Alzheimer e della Demenza Vascolare

Una Nuova Scoperta sulle Cause dell’Alzheimer e della Demenza Vascolare

Gli scienziati dell’Oregon Health and Science University hanno fatto una scoperta importante che potrebbe migliorare la nostra comprensione della malattia di Alzheimer e della demenza vascolare. Attraverso le loro ricerche, hanno identificato una nuova causa di queste malattie che colpiscono la funzione cognitiva.

Lo studio ha analizzato tessuti cerebrali post-mortem di pazienti affetti da demenza e ha scoperto che un tipo di morte cellulare chiamata ferroptosi, causata dall’accumulo di ferro nelle cellule, distrugge un tipo di cellula coinvolta nella risposta immunitaria del cervello, chiamata cellule microgliali. Questa degenerazione delle microglie potrebbe svolgere un ruolo nel declino cognitivo osservato nei pazienti affetti da Alzheimer e demenza vascolare.

Le microglie sono cellule cerebrali che rimuovono i rifiuti cellulari come parte del sistema immunitario del corpo. Sono responsabili della pulizia dei detriti quando la mielina, la copertura protettiva delle fibre nervose del cervello, è danneggiata. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che le microglie vengono distrutte durante la rimozione della mielina, che è ricca di ferro. Questo tipo di morte cellulare, la ferroptosi, è implicato nel deterioramento delle microglie e potrebbe contribuire al declino cognitivo osservato in queste malattie.

I risultati dello studio offrono speranza per lo sviluppo di tecnologie migliorate per rallentare la progressione della demenza. Terapie mirate volte a riparare la mielina e prevenire la degenerazione delle microglie potrebbero avere un impatto significativo sul trattamento dell’Alzheimer e della demenza vascolare.

Ci si aspetta che le aziende farmaceutiche mostrino interesse per queste scoperte, con l’obiettivo di sviluppare composti in grado di rallentare la degenerazione delle microglie nel cervello. Questa scoperta ha il potenziale per stimolare progressi entusiasmanti nella terapia in futuro.

Fonti:
– Studio pubblicato su Annals of Neurology
– Dr. Stephen Back, autore senior dello studio, Oregon Health and Science University
– Medical News Today

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