Uno studio recente pubblicato su JAMA Network Open rivela che le disparità nell’assistenza sanitaria basate sulla razza, l’etnia e la lingua preferita diminuiscono quando ai pazienti sono disponibili opzioni di cura virtuali e in presenza rispetto alla sola cura in presenza. Lo studio, condotto presso l’Università della California, San Francisco (UCSF) e il San Francisco Health Network (SFHN), ha esaminato i tassi di cambiamento nelle visite mediche e nelle interazioni tra le visite nel tempo.
I ricercatori hanno incluso 15.148 pazienti adulti con diabete che hanno ricevuto cure primarie tra aprile 2019 e marzo 2021. Lo studio ha suddiviso l’implementazione delle cure virtuali in tre fasi: pre-emergenza sanitaria pubblica (PHE), severo confinamento e PHE ibrida con opzioni virtuali e in presenza. Durante il periodo di PHE ibrida, il numero medio di incontri totali per paziente al mese è aumentato in entrambi i siti.
L’aumento è stato principalmente guidato dalla crescita delle interazioni tra le visite, come chiamate telefoniche non programmate e messaggi sul portale del paziente. Tuttavia, il numero medio di visite con membri del team e clinici pagatori è diminuito presso l’UCSF durante il periodo di PHE ibrida. Al SFHN, le visite con i membri del team sono aumentate leggermente, mentre le visite con i clinici pagatori sono rimaste stabili.
Inoltre, lo studio ha rilevato che le differenze nelle visite in base alla razza, etnia e lingua preferita che erano presenti durante il periodo pre-PHE sono scomparse durante il periodo di PHE ibrida. Tuttavia, le differenze nelle interazioni tra le visite basate sulla preferenza linguistica sono rimaste in entrambe le organizzazioni, diminuendo per età al SFHN e per razza ed etnia all’UCSF durante il periodo di PHE ibrida.
I ricercatori suggeriscono che ulteriori ricerche siano necessarie per comprendere le cause e l’impatto delle interazioni tra le visite, in particolare sugli esiti clinici e il benessere dei clinici.
Questo studio si aggiunge al crescente corpo di ricerche sull’impatto della cura virtuale sull’utilizzo dei servizi sanitari. Un altro studio pubblicato all’inizio di quest’anno ha scoperto che l’adozione della telemedicina nelle strutture di assistenza infermieristica specializzata durante la pandemia era associata ad un aumento delle visite psichiatriche. Lo studio ha analizzato l’uso della telemedicina nelle strutture di assistenza infermieristica prima e durante la pandemia e ha rivelato un significativo aumento dell’utilizzo della telemedicina nel 2020-2021 rispetto agli anni precedenti.
In conclusione, la disponibilità di una combinazione di opzioni di cura virtuali e in presenza può contribuire a ridurre le disparità nell’assistenza sanitaria basate sulla razza, l’etnia e la lingua preferita. Ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno l’impatto delle interazioni tra le visite e delle cure virtuali sugli esiti clinici e il benessere dei clinici.
Fonti:
– JAMA Network Open: [Inserire URL della fonte]
– Skilled Nursing News: [Inserire URL della fonte]