Un recente studio che coinvolgeva quasi 1000 pazienti sottoposti ad esami di angiografia con tomografia computerizzata (CTA) del cranio e del collo dopo essersi presentati al pronto soccorso con disturbi neurologici non focalizzati ha rilevato che il 75 percento dei casi aveva esiti negativi e il 7 percento dei pazienti aveva esiti non correlati. Lo studio retrospettivo, pubblicato sul Journal of the American College of Radiology, ha esaminato i dati degli esami di CTA del cranio e del collo eseguiti su 960 pazienti che si erano presentati al pronto soccorso con disturbi neurologici non focalizzati.
Lo studio ha scoperto che il 5,5 percento dei casi presentava esiti acuti o emergenti correlati al disturbo iniziale, il 12,5 percento aveva esiti non acuti o non emergenti correlati al disturbo, il 7 percento aveva esiti non correlati al disturbo e il 75 percento non aveva rivelato esiti significativi. Gli autori dello studio hanno inoltre scoperto che il 67 percento degli esami di CTA era stato prescritto da professionisti non medici (PNM), come infermieri specializzati o assistenti medici.
Tre punti chiave dello studio sono i seguenti:
– Ci sono un’elevata incidenza di imaging non necessario negli esami di angiografia con tomografia computerizzata del cranio e del collo. Oltre l’80 percento degli esami non ha mostrato esiti significativi, suggerendo un’eccessiva utilizzazione dell’imaging e potenziali costi eccessivi e esposizione alle radiazioni non necessari.
– I PNM stanno prescrivendo una notevole quantità di esami di imaging. Il 67 percento degli esami di CTA è stato prescritto da PNM, evidenziando la necessità di un’educazione e linee guida migliorate per un utilizzo appropriato dell’imaging.
– Vi è una variabilità nelle modalità di prescrizione in base all’esperienza e al livello di formazione dell’operatore sanitario. I medici esperti del reparto di emergenza erano meno inclini a richiedere esami di imaging a basso rendimento rispetto ai PNM.
Gli autori dello studio suggeriscono che gli sforzi futuri dovrebbero concentrarsi sull’educazione multidisciplinare e su piattaforme di supporto per la prescrizione di imaging al fine di affrontare questi problemi e ridurre la variabilità nella prescrizione degli esami di imaging.
Fonti:
– Journal of the American College of Radiology
– La dottoressa Karen Buch, coautrice dello studio e Professoressa Associata di Radiologia presso la Harvard Medical School
– Dipartimento di Radiologia del Massachusetts General Hospital di Boston