Studio mostra un aumento dell’uso di approcci non chirurgici nel trattamento del cancro rettale

Studio mostra un aumento dell’uso di approcci non chirurgici nel trattamento del cancro rettale

Un recente studio pubblicato su JAMA Oncology ha rivelato un significativo aumento dell’uso di metodi non chirurgici per gestire il cancro rettale negli Stati Uniti. I risultati indicano una tendenza crescente verso la conservazione degli organi, consentendo un maggior tasso di conservazione del retto e l’evitare interventi chirurgici.

Lo studio ha analizzato i dati del Database Nazionale sul Cancro tra il 2006 e il 2020, includendo 175.545 pazienti con adenocarcinoma rettale che hanno ricevuto trattamento curativo. I risultati hanno mostrato un aumento sostanziale dei tassi di conservazione degli organi per i pazienti con malattia di stadio IIA-IIC e IIIA-IIIC. Tuttavia, i pazienti con cancro rettale di stadio I hanno registrato un calo nella conservazione degli organi nello stesso periodo.

La ricerca ha rilevato che la proporzione di pazienti sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia senza resezione del tumore è aumentata significativamente dal 2006 al 2020. Questo cambiamento nell’approccio al trattamento ha portato a un aumento relativo del 53% del tasso annuale di conservazione degli organi.

Lo studio ha inoltre evidenziato variazioni nelle strategie di trattamento e la necessità di protocolli di cura standardizzati. Nonostante le linee guida cliniche per il trattamento, i ricercatori hanno osservato ampie variazioni nella gestione del cancro rettale. Sono stati suggeriti la collaborazione tra società mediche e chirurgiche con le parti interessate pertinenti per stabilire set di risultati fondamentali e standard di cura che privilegino la conservazione degli organi.

Sebbene l’aumento della conservazione degli organi sia promettente, i pazienti con malattia di stadio I hanno registrato un calo dei tassi di conservazione degli organi. I ricercatori hanno notato che questo declino contraddice i risultati degli studi clinici che hanno dimostrato un potenziale completo di risposta patologica e una maggiore probabilità di conservazione degli organi nei casi di cancro rettale di stadio I.

Lo studio conclude che i risultati dovrebbero incoraggiare ulteriori discussioni tra i professionisti medici e le società al fine di stabilire approcci di trattamento standardizzati per il cancro rettale che privilegiano la conservazione degli organi.

FAQ:

D: Cosa rivela lo studio recente pubblicato in JAMA Oncology sulla gestione del cancro rettale negli Stati Uniti?
R: Lo studio mostra un significativo aumento dell’uso di metodi non chirurgici per gestire il cancro rettale, portando a un maggior tasso di conservazione degli organi.

D: Quali sono stati i risultati riguardanti i tassi di conservazione degli organi?
R: Lo studio ha riscontrato un aumento dei tassi di conservazione degli organi per i pazienti con malattia di stadio IIA-IIC e IIIA-IIIC, ma una diminuzione per i pazienti con cancro rettale di stadio I.

D: Quali approcci terapeutici hanno contribuito all’aumento dei tassi di conservazione degli organi?
R: Lo studio ha evidenziato un aumento dell’uso di chemioterapia e/o radioterapia senza resezione del tumore.

D: Perché è importante standardizzare i protocolli di cura?
R: I ricercatori hanno osservato ampie variazioni nelle strategie di trattamento, evidenziando la necessità di protocolli di cura standardizzati per garantire risultati uniformi e ottimali per i pazienti.

D: Quali gruppi dovrebbero collaborare per stabilire standard di cura per il trattamento del cancro rettale?
R: I ricercatori suggeriscono che le società mediche e chirurgiche collaborino con le parti interessate pertinenti per stabilire standard di cura e set di risultati fondamentali che privilegiano la conservazione degli organi nella gestione del cancro rettale.

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