La malattia chiamata Brucella canis, che provoca infertilità nei cani e può essere trasmessa agli esseri umani, si sta diffondendo tra i cani in Gran Bretagna. In passato, questa malattia veniva osservata solo negli animali importati. I casi di Brucella canis non sono considerati endemici nel Regno Unito, ma ci sono prove che alcuni cani stiano contrarre l’infezione all’interno del paese.
Si ritiene che la diffusione della malattia avvenga attraverso l’accoppiamento nei canili, indicando che i cani che si sono accoppiati con cani importati, che sono entrati in contatto con cani importati in gravidanza o che sono figli di cani importati sono a rischio. Un rapporto del Gruppo di sorveglianza del rischio di infezione tra animali e umani afferma che il rischio per il pubblico è molto basso, così come per gli allevatori. Tuttavia, le preoccupazioni aumentano poiché il numero di test umani per la malattia è raddoppiato quest’anno e tre persone l’hanno già contratta da cani.
Gli scienziati governativi stanno valutando l’implementazione di un protocollo di screening al confine per evitare l’ingresso nel Regno Unito di animali infetti. La Brucella canis è endemica in alcune parti del mondo, in particolare nell’Europa orientale, con la Romania che è un punto di partenza per animali infetti che arrivano nel Regno Unito.
Al momento, non ci sono requisiti legali per i test di importazione, ma c’è una raccomandazione per test volontari pre-importazione per prevenire la diffusione della malattia. L’eutanasia è ancora l’unico modo definitivo per fermare la diffusione, poiché gli antibiotici potrebbero non eradicare completamente l’infezione.
La decisione di eutanasizzare i cani infetti spetta ancora al proprietario e questa mancanza di chiarezza sta generando preoccupazione tra i veterinari e i proprietari di cani. Rimane una certa speranza per i cani infetti, poiché, in alcuni casi, un risultato positivo al test non implica necessariamente l’eutanasia. Il miglior corso d’azione dovrebbe essere determinato considerando vari fattori, come le circostanze personali e il rischio di diffusione.
Anche i risultati falsi positivi hanno sollevato preoccupazioni, con fino a un caso positivo su 50 che viene considerato erroneamente infetto. È consigliabile consultare esperti di malattie e test in caso di dubbi.
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