Un’indagine recente condotta da The Markup e KFF Health News ha scoperto che diverse farmacie di rilievo negli Stati Uniti condividono informazioni sanitarie sensibili dei loro clienti con le aziende di social media. Il rapporto ha rivelato che dodici delle più grandi farmacie nazionali, tra cui Walgreens, CVS, Kroger, Costco, Sam’s Club e Rite Aid, hanno incorporato tracciatori sui loro siti web, che raccolgono dati sulle attività di navigazione e acquisto dei consumatori. Questi dati vengono poi condivisi con Meta, Google e Microsoft.
Le informazioni raccolte sono di natura estremamente privata e sensibile. Includono dettagli su ciò che i consumatori stanno guardando o acquistando, come contraccettivi di emergenza (pillola del giorno dopo), test di gravidanza, test dell’HIV e vitamine prenatali. Un’altra indagine di ProPublica ha scoperto che alcuni siti web di farmacie che vendono pillole per l’aborto condividono anche queste informazioni con Google e altri terzi.
Sebbene alcune farmacie abbiano indicato piani per ridurre le loro prassi di tracciamento in risposta all’indagine, altre hanno scaricato la responsabilità sulle aziende tecnologiche e gli inserzionisti per un possibile uso improprio dei dati raccolti. Tuttavia, ci sono misure che i consumatori possono adottare per limitare la condivisione delle loro informazioni.
Semplicemente cliccando su “no” quando i siti web richiedono di raccogliere e condividere informazioni, gli individui possono impedire la divulgazione dei loro dati. Inoltre, i principali browser web come Apple Safari, Google Chrome, Microsoft Edge, Firefox e Opera offrono impostazioni appositamente progettate per limitare il tracciamento e la condivisione su siti web specifici. Gli utenti possono personalizzare queste impostazioni per fornire un ulteriore livello di protezione tra le loro informazioni e le aziende che cercano di utilizzarle per la pubblicità mirata.
È fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei potenziali rischi per la privacy associati alla condivisione delle loro informazioni sanitarie online e adottino misure preventive per tutelare i loro dati sensibili.
Fonte: The Markup, KFF Health News, ProPublica